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giovedì 10 aprile 2008

A scuola di felicità

tratto da: LIFEGATE punto IT
A scuola di felicità

Intervista a Christian Boiron per conoscere più da vicino le ragioni del suo successo nel lavoro e nella vita in generale


Farmacista, scrittore, filosofo e imprenditore. Quale di queste qualifiche preferisce?

Marinaio forse... non importa, sono un uomo moderno. In questi tempi abbiamo la possibilità di fare molte cose, io personalmente ho avuto la fortuna di avere le capacità fisiche, psichiche, mentali e anche una famiglia agiata che sicuramente ha favorito e facilitato il mio percorso, a partire dall'azienda che seguo ormai da parecchi anni. Mi piace fare l'imprenditore e lavorare nel settore dell'omeopatia: per me è come una sfida. E poi quando posso fare un po' l'artista creo la mia vita ogni giorno, in modo diverso.

Lei ha scritto un libro: "Le ragioni delle felicità", ci può spiegare cosa intende per felicità?
Ogni persona che parla di felicità generalmente ha un'idea diversa di cosa sia la felicità. Per me la felicità è la sensazione che abbiamo quando ascoltiamo abbastanza la nostra realtà interiore, il nostro essere profondo e quando non sottostiamo a troppi condizionamenti psichici che inevitabilmente inibiscono la libera espressione di questo essere profondo che ci appartiene. La felicità si riconosce come un leggero ottimismo incondizionato, non importa essere in buona salute, ricchi o con potere, ecc... ciò che conta è sapere se accettiamo la nostra realtà così com'è, non come vorremmo che fosse.

Cosa possiamo fare noi, quali sono i suggerimenti per avvicinarci alla felicità?
La prima cosa è capire che la felicità non è un obiettivo in sé, ma una norma dettata da un bisogno fisiologico proprio dell'uomo, quindi ottenere la felicità è come soddisfare uno stato fisiologico di base, lo stesso che ci porta a dormire per stare bene... cerchiamo dunque la felicità!
Secondo passo è capire come nasce l'infelicità, mascherata dall'aggressività, ansietà, depressione che si manifestano nella nostra vita quando non ci accettiamo così come siamo. Capire questo meccanismo è importante.

Dopo ci sono alcuni semplici esercizi di consapevolezza del sè:

Silenzio. Il nostro essere profondo si esprime quando facciamo un po' di silenzio, quando senza far niente ascoltiamo la nostra profondità ed entriamo in contatto con noi stessi. Solamente dieci minuti al giorno possono bastare.
Esercizi cognitivi. Per esempio rivedere il significato di parole-concetti cardini della nostra vita. Che cosa pensiamo della guerra, politica, amore, amicizia, ecc...? Quali di questi pensieri subiscono il condizionamento della società, famiglia e quali vengono realmente dalla nostra parte profonda, dalla nostra intelligenza pura?
Più prendiamo consapevolezza dei nostri pensieri profondi sulla vita e più diventiamo felici. (15 minuti ogni giorno).
Inventare la vita, la musica... non riprodurre! Riproduciamo troppo, i comportamenti di tutti i tipi in tutti i campi: in politica, in azienda, in vita, nella nostra relazione con i nostri congiunti... proviamo invece a creare i nostri comportamenti autonomamente... la sensazione è di libertà straordinaria!

Un messaggio per tutti per avvicinarsi alla felicità?
La felicità primo è necessaria, secondo è accessibile a chiunque perchè legata alla ricerca dell'autenticità, dell'espressione dell'essere profondo che ognuno possiede. Una ricerca che presuppone una consapevolezza: la felicità è contagiosa.

Christian Boiron è felice?
Non posso dire di essere felice perchè la felicità è un cammino... non siamo mai totalmente felici, ma possiamo esserlo sempre di più. E' così che provo a vivere e cercando ogni giorno ascoltarmi un pò meglio, nel rispetto della mia profonda specificità per non riprodurre comportamenti dettati da condizionamenti esterni. Facile da dirsi... cadiamo sempre nelle stesse trappole, anche se conosciamo il sistema, forse cadiamo un pò meno, ma cadiamo sempre...
Io faccio alcuni esercizi: la prima cosa della giornata è respirare, ritrovo il mio respiro, il mio corpo fisico e mi abbandono ad esso con la meditazione.

Qual'è la popolazione più felice?
L'Italia, certo. A dire il vero non lo so.
Ho visto tanti Paesi, la felicità non ha a che fare con il denaro, sento (si sente, non si misura) persone che sono felici anche nella povertà e nella malattia. Penso che in Italia ci sia il virus della gioia. Vedo molte persone con un bel sorriso con un'apertura straordinaria, forse è la terra giusta per far sviluppare la felicità, quella vera.


Sonia Tarantola

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mercoledì 9 aprile 2008

Oggi sono molto triste e depresso